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Il management intensivo dell’arteriopatia periferica in fase avanzata
Il management intensivo dell’arteriopatia periferica in fase avanzata
Venerdì 30 Novembre 2001
L’arteriopatia obliterante periferica (AOP) in fase avanzata include diversi aspetti fisiopatologici e clinici, di cui gli stadi 3 e 4 della classificazione di Leriche e Fontaine rappresentano senza dubbio il gruppo più consistente,Dal 1989 essi sono indicati con il termine di !schemia Cronica Critica degli Arti Inferiori (critical leg ischaemia, CLI), quadro clinico con elevato rischio di amputazione. La fisiopatologia, tuttavia, suggerisce di includere in questo gruppo a rischio anche i pazienti con claudicazione severa o invalidante (stadio 2B di Fontaine), nei quali la capacità deambulatoria dipende più dall’acidosi metabolica che non dalla riduzione
dell’apporto di ossigeno. Sul piano epidemiologico e clinico, anche questi pazienti presentano un rilevante rischio di evoluzione verso la CLI e di amputazione e le recenti linee guida della TASC indicano il valore di 70 mmHg di pressione alla caviglia come cut-off per la diagnosi di CLI o comunque di rischio di CLI.
L’indicazione terapeutica principale di questa fase della storia naturale dell’arteriopatia periferica è senza dubbio la rivascolarizzazione
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