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Mar 16
Flow Dynamics and Pathophysiological Mechanisms of Diseases of Lower Limb Arteries
Flow Dynamics and Pathophysiological Mechanisms of Diseases of Lower Limb Arteries
Martedi 23 Luglio 1996
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… in Salmasi M & Strano A (eds) Angiology in Practice, 251-270, Kluwer Ed, London, 1996
Hemodynamic, Pathophysiology, Microcirculation and Clinic Features of Peripheral Arterial Disease.
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Mar 16
Dynamic Measurement and Functional Assessment of TcPO2 and TcPCO2 in Peripheral Arterial Diseases
Sabato 16 Marzo 1996
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Journal of Cardiovascular Diagnosis and Procedures 1996 13, 2:155-163
The paper analyzes the main physical and pathophysiological topics of the transcutaneous measurement of pO2 and pCO2, with the most important functional tests and their clinic significance.
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Mar 14
Il management intensivo dell’arteriopatia periferica in fase avanzata
Il management intensivo dell’arteriopatia periferica in fase avanzata
Venerdì 30 Novembre 2001
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L’arteriopatia obliterante periferica (AOP) in fase avanzata include diversi aspetti fisiopatologici e clinici, di cui gli stadi 3 e 4 della classificazione di Leriche e Fontaine rappresentano senza dubbio il gruppo più consistente,Dal 1989 essi sono indicati con il termine di !schemia Cronica Critica degli Arti Inferiori (critical leg ischaemia, CLI), quadro clinico con elevato rischio di amputazione. La fisiopatologia, tuttavia, suggerisce di includere in questo gruppo a rischio anche i pazienti con claudicazione severa o invalidante (stadio 2B di Fontaine), nei quali la capacità deambulatoria dipende più dall’acidosi metabolica che non dalla riduzione
dell’apporto di ossigeno. Sul piano epidemiologico e clinico, anche questi pazienti presentano un rilevante rischio di evoluzione verso la CLI e di amputazione e le recenti linee guida della TASC indicano il valore di 70 mmHg di pressione alla caviglia come cut-off per la diagnosi di CLI o comunque di rischio di CLI.
L’indicazione terapeutica principale di questa fase della storia naturale dell’arteriopatia periferica è senza dubbio la rivascolarizzazione
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Gen 31
Ischemia Critica degli Arti Inferiori
Ischemia Critica degli Arti Inferiori
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Presse Mèdicale 1993 (edizione italiana) supplemento al n. 3, marzo
Un saggio clinico su un argomento ancora in pieno divenire eracliteo è di difficile stesura poiché si rischia di includere nella trattazione argomenti e riflessioni che dmani potrebbero essere esclusi e di tralasciarne altri che invece saranno nosograficamente inseriti nel contesto di cui si tratta.
Ischemia critica può essere tutto, un quadro evolutivo dell’arteriopatia obliterante cronica priferica, ma anche un’ischemia acuta che evolve lentamente, senza la drammaticità dell’evento acuto fulminante, che sui libri di scuola abbiamo imparato essere caratterizzato dal dolore improvviso, a colpo di frusta, da pallore e ipotermia, marcati e precoci, per il quale si deve agire entro un massimo di sei-dieci ore.
Ritenendo l’ischemia critica degli arti una fase evolutiva della storia naturale della insufficneza arteriosa periferica, posso seguire due tali differenti, trattare l’ischemia critica sensu strictiori, o inserirla nel contesto della storia naturale della malattia; la scelta non è semplice e di certo prenderà corpo soltanto durante il lavoro…
settembre 1992
Da cinque mesi, continuo a chiedermi se fosse stato meglio limitare la trattazione ai capitoli sulla ischemia critica. Forse sarei stato più essenziale nell’informazione, ma non so se sarei stato altrettanto chiaro.
…
Probabilmente non sarebbe stata una cattiva soluzione lasciare al lettore la libertà di inquadrare il momento dell’ischemia critica nella storia naturale della arteriopatia periferica. Forse la scelta fatta è stata dettata, piuttosto che da una reale esigenza dottrinaria che pure esiste, da una deformazione metodologica di cui sono schiavo e che mi obbliga ad avere io e dare agli altri una visione completa del problema. Forse è stato superfluo, e ne chiedo scusa, ma i miei Maestri, i miei Studenti ed i miei Malati mi hanno plasmato così!
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