a cura di gm.andreozzi e g. camporese
La sindrome dello stretto toracico superiore, detta anche sindrome dello sbocco o dell’egresso toracico (Thoracic Outlet Sindrome [TOS]) è una patologia solo apparentemente rara, che colpisce lo 0.3-2% della popolazione, prevalentemente giovanile.
Lo stretto toracico è anatomicamente definito dal fisiologico restringimento
delimitato dalla prima costa, dalla clavicola e dai muscoli scaleni, succlavio, piccolo pettorale. Entro questo angusto spazio decorrono l’arteria e la vena succlavia ed il plesso brachiale potenzialmente soggette a compressione estrinseca.
La TOS può essere dovuta ad alterazioni congenite o acquisite dei tessuti duri (megapofisi trasversa, costa cervicale sopranumeraria, prima costa, clavicola, sterno) o dei tessuti molli (muscoli scaleni, muscolo succlavio, muscolo piccolo pettorale, legamenti sterno-costo-clavicolari, bande fibrose, neoformazioni), o a esiti traumatici che ne alterano la conformazione anatomica.
Nel 90% dei casi la TOS si presenta con sintomi esclusivamente o prevalentemente neurologici (neurologic TOS, n-TOS); le manifestazioni vascolari (vascular TOS, v-TOS) non superano il 10%, con un rapporto 4/1 tra patologia venosa e patologia arteriosa.
La diagnosi di TOS non è agevole sia per la aspecificità dei sintomi sono che possono essere causati anche da altre patologie (artrosi cervicale o della spalla, sindrome miofasciale) sia perché il frequente riscontro anamnestico di traumatismi distorsivi del rachide cervicale o di alterazioni posturali portano spesso ad attribuire i disturbi riferiti dal paziente a questi eventi.
NEUROLOGIC TOS (n-TOS )
La diagnosi è prevalentemente clinica e si basa su una anamnesi dettagliata e su un attento esame clinico neurologico e osteo-muscolare del collo, della spalla, del braccio e della mano.
Interessamento del Plesso Brachiale Inferiore: dolore sordo, indotto dallo sforzo, irradiato alla regione sopraclavicolare, alla spalla e al braccio. Raramente il dolore è riferito anche in sede atipica come la parte anteriore del torace o la regione periscapolare.
Le parestesie sono frequenti e si manifestano con irradiazione metamerica (bordo interno del braccio e dell’avambraccio, margine cubitale della mano e ultime due dita).
I disturbi sensitivi precedono di molti anni la comparsa di disturbi motori (stanchezza delle braccia mentre ci si pettina), e talvolta si manifestano dopo un trauma del cingolo scapolare o dopo sforzi eccezionali, anche senza uno stretto rapporto di contiguità temporale.
L’esame clinico può evocare dolore alla palpazione sopra e sotto clavicolare, ma per lo più è negativo.
Interessamento del Plesso Brachiale Superiore: l’impegno del plesso brachiale superiore comporta quasi esclusivamente una sintomatologia sensitiva, dominata dal dolore. Le caratteristiche sono analoghe a quelle descritte per il plesso inferiore, ma la topografia interessa la parte anterolaterale del collo e frequentemente si irradia verso l’orecchio e la mandibola. Le parestesie sono meno frequenti.
Turbe Vasomotorie: nella n-TOS la presenza di disturbi vasomotori è frequente, associata o addirittura precedente alla comparsa dei disturbi sensitivi. Si tratta prevalentemente di crisi intermittenti di pallore, cianosi ed edema, interessanti tutta la mano e talvolta la parte distale dell’avambraccio, legate alla irritazione delle terminazioni nervose del collo e del torace. I disturbi vasomotori non vanno confusi con le manifestazioni della TOS vascolare, e la loro comparsa è spesso indipendente dalla postura o dallo sforzo.
L’uso di monili può facilitare la comparsa di edema; l’assunzione di posizioni antalgiche efficaci sul dolore, di solito non modifica la comparsa dell’edema o delle turbe vasomotorie.
VASCULAR TOS (v-TOS)
Patologia Arteriosa: la patologia arteriosa della TOS riconosce varie cause, dalla stenosi estrinseca dell’arteria succlavia legata alla compressione osteo-muscolare, alla stenosi estrinseca ed intrinseca risultato di traumatismi ripetuti sull’arterie da parte delle anomalie ossee, alla dilatazione aneurismatica post-stenotica dell’arteria traumatizzata.
La sintomatologia clinica è simile a quella delle turbe vasomotorie ma l’edema è raro. Raramente compaiono lesioni cutanee ischemiche delle dita, ischemia acuta dell’arto superiore per occlusione embolica delle arterie dell’avambraccio e della mano, o per occlusione prossimale dell’arteria brachiale.
Il quadro più frequente è la comparsa di una ischemia intermittente durante i movimenti di iperabduzione dell’arto superiore, poco rilevante sotto il profilo clinico; il grado di ischemia può divenire clinicamente importante in caso di pratica sportiva agonistica (baseball, tennis, golf).
L’unico segno clinico di rilievo è la scomparsa del polso radiale durante la manovra di iperabduzione del braccio; la positività di questo segno è importante come test diagnostico della TOS che non come indicatore di gravità di patologia arteriosa.
Patologia Venosa: la patologia venosa della TOS è legata alla compressione estrinseca delle strutture osteo-muscolari sulla vena succlaveare. La diagnosi precoce di patologia venosa da TOS nella fase di ostacolato deflusso venoso può essere soltanto sospettata, per il carattere intermittente della compressione e per la aspecificità dei sintomi correlati come l’edema e la cianosi. La scena clinica di un impegno venoso della TOS si apre generalmente con una trombosi venosa, con comparsa repentina di edema che coinvolge tutto l’arto, cianosi moderata della mano, turgore delle vene superficiali della mano, del braccio, e soprattutto della regione sottoclaveare.
Ischemia Vertebro-Basilare: un’ischemia vertebro-basibale da TOS è stata descritta in pochi casi, correlati sostanzialmente a due momenti patogenetici:
– ateroembolia da un aneurisma dell’arteria succlavia su costa cervicale (embolia retrograda da manovre posturali);
– anomalie di decorso dell’a. vertebrale e compressione da parte delle strutture osteo-muscolari determinanti la TOS.
ESAME CLINICO
Semeiotica Fisica
La presenza dei sintomi sopra ricordati deve far porre il sospetto di TOS, ed il primo segno da ricercare è l’eventuale presenza di differenze di ampiezza e sincronismo dei polsi radiali e la misura della pressione arteriosa omerale nelle due braccia.
Se i reperti a riposo sono normali, vanno ricercate eventuali variazioni del polso radiale durante l’esecuzione di opportune manovre di attivazione che sollecitano funzionalmente una ulteriore riduzione dell’angusto spazio anatomico e, in caso di TOS, si accompagnano a una significativa riduzione o scomparsa dell’ampiezza del polso radiale.
Manovra di Ross o manovra del “ciao ciao”
EAST (Elevated Arm Stress Test)
Il paziente è in piedi, abduce le braccia e piega i gomiti a 90°. In questa posizione apre e chiude le mani lentamente, per 2 o 3 minuti.
TOS positivo se non completa il test per dolore o se compaiono pallore e iposfigmia del polso radiale.
Positivo per tunnel carpale se compaiono parestesie alle dita.
Manovra di Adson o degli Scaleni
inspirazione forzata, estensione del collo e rotazione omolaterale della testa. TOS positivo se scompare il polso radiale per compressione dell’a. succlavia indotta dalla contrazione degli scaleni
Manovra costo-clavicolare o manovra dell’attenti militare
Il paziente solleva il tronco come per mettersi sull’attenti; l’esaminatore palpa il polso mentre spinge la spalla in basso e all’indietro.
Test indicato quando i sintomi si presentano indossando indumenti
pesanti o portando degli zaini. È positiva se riproduce i sintomi soggettivi. La scomparsa del polso è un segno aggiuntivo. È indicata anche come manovra di Eden o Gowan Welinsky.
Manovra di Allen
La spalla è estesa orizzontalmente, e leggermente ruotata lateralmente. Gomito flesso a 100°-120°; extra rotazione controlaterale del capo. TOS positivo in caso di scomparsa del polso radiale.
Manovra della iperabduzione del braccio
Il paziente iper abduce il braccio quasi a 180° associando (eventualmente) la extrarotazione del capo. TOS positivo per scomparsa del polso radiale.
Oltre alla riduzione/scomparsa del polso radiale, le manovre possono indurre un rapido esaurimento della forza muscolare associato o meno a comparsa di parestesie (compressione del plesso brachiale), o un senso di peso a tutto l’a. superiore con eventuale turgore delle vene dorsali della mano (compressione venosa intermittente).
Esami Strumentali
Anche se molto suggestiva, la positività di uno o più dei test sopra ricordati non autorizza la diagnosi di certezza, che va posta dopo una conferma strumentale. La diagnostica strumentale della TOS, a parte un esame radiologico diretto del tratto cervicale della colonna vertebrale (ricerca di megapofisi traversa in C7 e/o di coste sopranumerarie) è prevalentemente e prioritariamente angiologica.
– Pletismografia arteriosa delle dita delle mani:
è sufficiente eseguire la registrazione dell’attività pulsatoria al dito medio delle due mani, contemporaneamente. Vengono valutate l’ampiezza sfigmica (anisosfigmie) e l’eventuale presenza di un ritardo di comparsa dell’onda in uno dei due lati. Lo studio va completato con la misurazione bilaterale della pressione brachiale e con la registrazione dei pletismogrammi durante l’esecuzione delle manovre di attivazione sopra ricordate.
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Eco-Color-Doppler: la valutazione deve essere sia arteriosa sia venosa osservando la morfologia vascolare ed il flusso in condizioni di riposo e le variazioni morfologiche ed emodinamiche indotte dalle manovre di attivazione. La sensibilità è del 96-100% e la specificità del 93-96%.
L’esame va eseguito in posizione supina e da seduti, con un infermiere esperto in patologia vascolare che aiuti passivamente il paziente ad eseguire le manovre, mentre l’Angiologo visualizza le strutture vascolari e le eventuali compressioni dirette o indirette, stabili o intermittenti, dei vasi arteriosi e venosi, le stenosi, le
dilatazioni aneurismatiche arteriose a monte o subito a valle della zona di compressione.
La valutazione sarà positiva per TOS se la fase di massima sollecitazione si registrerà un arresto completo del segnale di flusso o la persistenza di una minimo segnale.
Nello studio venoso si focalizzano le vv. succlavia, ascellare e brachiali, ricercando la presenza di compressioni e registrando i relativi velocitogrammi. A riposo è solitamente presente una normale attività in fase con gli atti del respiro e con normale incremento di velocità durante la compressione a monte.
Ripetendo lo studio venoso durante le manovre di attivazione specifiche per la TOS, si registrerà un incremento della velocità
durante la compressione a monte, con riduzione o scomparsa del segnale di flusso all’acme della manovra (assenza di flusso paradossa), con comparsa di eco-contrasto spontaneo e dilatazione della vena a monte della compressione.
In caso di trombosi venosa sarà presente la tipica incompressibilità della vena con assenza di flusso.
A destra in alto, aumento del diametro venoso durante la iperabduzione, con comparsa di eco-contrasto spontaneo. In basso, incompressibilità della vena da trombosi venosa.
AngioTC e AngioRM: con gli esami vascolari la diagnosi di TOS si pone con certezza
in oltre il 19% dei casi. Tuttavia l’iter diagnostico deve essere completato con una angio-TAC o una angio-risonanza magnetica,
per valutare il ruolo anatomo-funzionale delle varie strutture anatomiche dell’egresso toracico nel determinismo della sindrome compressiva, per porre un’accurata diagnosi differenziale con patologie occupazionali, malformative, per pianificare la più opportuna strategia terapeutica.
Elettromiografia (EMG): non è un esame di prima scelta; va eseguita nel sospetto di una n-TOS quando gli esami sopra indicati danno esito negativo e quando non esiste una valida alternativa diagnostica. Il parametro diagnostico di riferimento è la misura della velocità di conduzione nervosa a riposo e durante test di attivazione, con significato confermativo se < di 60 m/sec.
Angiografia (arteriografia selettiva e flebografia) Dinamiche: ulteriori approfondimenti diagnostici,
l’arteriofrafia e la flebografia dinamiche, vanno eseguite soltanto in funzione di una strategia terapeutica chirurgica.